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Make Data Work, è il momento di far funzionare i dati

Make Data Work, è il momento di far funzionare i dati
PUBBLICATO

10 Ott 2021

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Data Management

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Se in passato disporre dei dati era di per sé un vantaggio rispetto a tutti quei competitor che ancora non avevano né la dotazione tecnologica né la comprensione del valore del dato, oggi il contesto in cui si muovono le imprese è profondamente cambiato. La disponibilità dei Big Data non accresce, di per sé, il livello di concorrenzialità dell’azienda.

Con la trasformazione digitale, infatti, abbiamo assistito alla moltiplicazione dei flussi di informazione prodotti dai sistemi informatici, dai device collegati in rete e dalle infrastrutture a supporto della produzione di prodotti e dell’erogazione dei servizi: secondo il McKinsey Global Institute sono già più di 30 milioni i dispositivi IoT al mondo e coprono trasversalmente tutti i settori: dall’automobilistico all’industriale, dai servizi pubblici alla vendita al dettaglio.

Numeri che aumentano ulteriormente se aggiungiamo i device, le applicazioni per la comunicazione e i relativi dati.

In uno scenario sempre più complesso, connesso e automatizzato, in cui la generazione dei dati è costantemente in crescita, si impone dunque un ribaltamento della prospettiva: se fino a qualche anno fa il dato era il valore, oggi il solo possesso del dato non basta più.

In un contesto di disponibilità diffusa, il dato non rappresenta, di per sé, un vantaggio competitivo.

Ora, per essere un passo avanti, è necessario estrarre il valore dai dati.

Digital trasformation e valore dei dati

Perché se la disponibilità dei dati è oramai diffusa, non lo è altrettanto la capacità di sfruttare tutte queste informazioni, di elaborarle e visualizzarle in modo che divengano conoscenza utile.

Nell’industria 4.0 ogni macchina produce dati e ogni macchina produce reportistica, ma in modo disgiunto e con linguaggi diversi l’una dall’altra. Informazioni che, prese singolarmente, rischiano di non “dire” nulla di più all’impresa.

È come se guidassimo una macchina sportiva come se fosse un’utilitaria. Per farla correre veloce bisogna avere una visione d’insieme, un po’ come da bambini quando per vedere l’immagine bisogna unire con una riga tutti i puntini.

L’importanza di essere aziende Data Driven

Chi non comprenderà l’importanza di trasformarsi in un’organizzazione data driven, cioè guidata dai dati, incorrerà in conseguenze negative: perdita di quote di mercato, di fatturato e soprattutto di utile.

Oggi, rispetto al passato, il rischio che un competitor sfrutti la leva del dato non è più un’ipotesi remota, è una realtà non solo concreta, ma anche frequente.

Lo conferma l’ultimo rapporto IDC Worldwide Big Data and Analytics Spending Guide con un +10% rispetto al 2020 e un totale di oltre 215 miliardi di dollari nel solo 2021, il mercato cresce. E secondo le stime gli investimenti in big data entro il 2025 registreranno un tasso di crescita annuale composito del 12,8%.

E ciò vale per aziende di tutte le dimensioni: se in passato la capacità di elaborare i big data era esclusivamente nelle mani dei colossi, oggi è anche alla portata delle Pmi.

E il vantaggio assicurato dai Big Data, rispetto all’investimento che comporta, è indiscusso, soprattutto in un momento di crisi come quello l’economia mondiale sta vivendo. Secondo una ricerca Capgemini, le aziende data master del settore Consumer Product & Retail (CPR) hanno margini di profitto operativo superiori del 30% rispetto alla media del settore e stanno guadagnando benefici in termini di quote di mercato, redditività, coinvolgimento dei clienti e performance di sostenibilità.

Lasciarsi orientare dai dati è come avere al proprio fianco un consigliere saggio, sempre pronto a indicare se le decisioni prese o da prendere sono giuste o sbagliate.

Naturalmente scegliere se ascoltare o meno quanto suggerito da questo consigliere spetta sempre ai decision maker il cui intuito e la cui visione d’insieme non perdono mai di significato.

Dunque, è arrivato il momento in cui le aziende mettano a sistema i dati, al loro interno. Ma non soli: è essenziale che facciano sistema anche all’esterno con le altre imprese. Non più soltanto attraverso la creazione di distretti e filiere, ma anche attraverso la condivisione continua dei dati, nel rispetto dalla riservatezza di alcune informazioni, perché in questo modo la crescita collettiva può viaggiare a ritmi ancor più sostenuti. Un interscambio favorevole non solo tra privati, ma anche tra pubblico e privato.

Rendiamo semplici i dati

È in questo contesto che si inserisce la proposta di valore di INTWIG: con la nostra unicità, cioè quella di essere una delle poche realtà su mercato in grado di gestire il ciclo del dato dall’inizio alla fine, siamo un generatore di valore per le imprese.

La value proposition di INTWIG sta nell’approccio e negli obiettivi. Come una sorta di Mister Wolf dei dati, citando il celebre personaggio di Pulp Fiction, il nostro lavoro è risolvere i problemi dei nostri clienti.

“Complicare è facile, semplificare è difficile” diceva Bruno Munari

INTWIG rende semplici i dati, individuando KPI puntuali. Rende disponibili le informazioni in modo rapido, permettendo di trovare soluzioni efficaci in poco tempo.

L’approccio multidisciplinare e la competenza permettono alle aziende di superare una serie di aspetti che talvolta possono divenire criticità: dall’acquisto di differenti software alla formazione interna, con i relativi investimenti economici e di tempo, solo per citare i principali.

Il metodo in 5 step di INTWIG (Ricognizione del patrimonio dati; Sistematizzazione e integrazione; Elaborazione; Individuazione di KPI, strategie e modelli predittivi e prescrittivi; Visualizzazione) e le 9 soluzioni ci consentono di offrire servizi sartoriali, “tagliati” realmente sulle esigenze dell’azienda in modo che possa farli propri e trarne il massimo beneficio.

L’approccio innovativo è supportato dalle hard skill del team. A figure tecniche, specializzate nel data analysis, affianchiamo anche profili creativi con competenze nella visualizzazione del dato. Con un impegno costante nella talent acquisition, perché l’arricchimento della cultura del dato passa attraverso il coinvolgimento dei giovani.

Make Data Work

INTWIG vuole essere il motore della trasformazione, partendo da un’evoluzione interna, rappresentata dall’adozione di un nuovo payoff e con il lancio di nuovo sito internet. Una nuova comunicazione che non è solo forma, ma anche sostanza.

Il website, con il suo blog costantemente aggiornato e la sezione dedicata ai casi di studio, è un contenitore che mira a diffondere la cultura del dato non in senso teorico o nozionistico, ma concreto. Intende accompagnare le imprese nel cambio di prospettiva, aiutandole a estrapolare il valore dei dati. E a farlo rapidamente.

Perché non c’è più tempo da perdere. È il momento di far funzionare i dati. È il momento di Make Data Work.

Aldo Cristadoro
Ceo INTWIG

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